Linguaggi e Micromondi

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seconda media - Via De Rochis - Pinerolo - bersaglio

Dicembre 2002

I ragazzi della 2C, che lo scorso anno hanno fatto tutto il percorso di Micromondi, nel corrente anno scolastico si sono limitati a giocare per due ore con il programma Bersaglio elaborato dal loro compagno A., in occasione di una mia supplenza. Hanno provato la prima volta la versione originale di A., la seconda quella modificata di Rabbone.
Naturalmente c’è stato un entusiasmo nel giocare che ha creato quasi un tifo da stadio, che ho faticato a contenere.
Abituati ai videogiochi, hanno sparato cannonate senza però porsi il problema di come controllare la velocità della palla di cannone. Solo dopo numerosi tentativi hanno capito che muovendo lo slider si poteva controllare la velocità e centrare il bersaglio con migliori probabilità.
Secondo A. questa mossa non è valida tant’è che ha chiesto a Rabbone come fare per eliminare questa possibilità.
I ragazzi hanno provato anche la versione modificata, ma hanno preferito tornare alla versione originale. Allora ho fatto riflettere A. sul fatto che, giocando senza la possibilità di interagire con la velocità, non ci vuole nessuna abilità per colpire la palla, è solo questione di fortuna, mentre invece, se si lascia la possibilità di cambiare la velocità occorre mettere in moto delle strategie per capire quando accelerare e quando frenare.
I compagni di A. vorrebbero aiutarlo a modificare il programma, non per migliorare la grafica che ritengono bella, ma per aggiungere dei suoni, anche se non tutti sono d’accordo (tutto sommato va bene senza tanti "bip" che ti annunciano sbagli già di per sé evidenti). I ragazzi sono entusiasti e per nulla gelosi del fatto che un loro coetaneo sia riuscito a fare un programma così complesso. Però nessuno di loro sarebbe in grado di aiutare A. nella programmazione, al massimo essi possono dare dei consigli su come il programma può funzionare meglio.
A., che fin dallo scorso anno era quello che aveva capito meglio degli altri cosa fare con Micromondi, ha migliorato la sua capacità di ragionare, di porsi problemi, di fare ipotesi e di trovare soluzioni. Ha fatto progressi da gigante da solo, basandosi sul poco fatto a scuola con Micromondi, ma con un’evoluzione che è documentata dai testi scritti riportati nei protocolli di osservazione.
Il suo lavoro è stato utile anche a livello della socialità, perché accetta più volentieri di lavorare con i compagni, che lo vedono come un leader positivo. Lui non si è per questo montato la testa, è rimasto con i piedi per terra.
Questa è la conferma che Micromondi aiuta a crescere, ad imparare, a studiare strategie, con il vantaggio di creare un clima di apprendimento giocoso che mette in moto capacità di ragionare e di progettare che coinvolgono perché se ne vedono subito gli effetti.